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Per questo lavoro l’autrice ha potuto avvalersi di documenti, in gran parte inediti, consultati negli archivi della Fondazione Ragghianti, del figlio dello studioso e di altri archivi sia pubblici che privati.
Dice nell’introduzione Ettore Spalletti: “Assai opportunamente il percorso critico inizia con gli essenziali riferimenti al contesto culturale all’interno del quale Ragghianti e i suoi collaboratori (prima fra tutti la moglie Licia Collobi) maturarono il progetto. Si comincia con tracciare un panorama degli studi storico-artistici nell’Italia dell’immediato dopoguerra, che costituisce una sorta di ‘preistoria’ dell’ideazione della rivista; ma subito si passa a ricostruire con grande efficacia e con ricchezza di particolari, anche inediti, il fruttuoso ed intenso rapporto dello storico dell’arte con Adriano Olivetti, industriale e promotore di cultura particolarmente dinamico in quegli anni, vero punto di riferimento, anche attraverso la sua casa editrice Comunità, di intellettuali, urbanisti – ed anche uomini politici – interessati ad un rinnovamento non convenzionale ed aperto all’internazionalità della cultura e della stessa società italiana. I paragrafi seguenti sono dedicati ad analizzare… la cura meticolosa con la quale vennero studiati tutti gli aspetti editoriali della rivista, a partire dalla veste grafica, dal formato e dal taglio critico particolarmente agili, nel loro esplicito riferimento al contemporaneo «Reader’s Digest», fino alla progettazione di rubriche fisse capaci di attrarre il lettore e alla definizione di tiratura e individuazione di una catena di distribuzione che fosse in grado di garantire una ottimale diffusione del periodico”.

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