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La forza della modernità. Arti in Italia 1920 – 1950

 

La forza della modernità. Arti in Italia 1920 – 1950
20 aprile  – 6 ottobre 2013

A cura di Maria Flora Giubilei, Valerio Terraroli

In collaborazione con: Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, Galleria d’Arte Moderna di Genova, Galleria d’Arte Moderna “Carlo Rizzarda” di Feltre, Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara. Comitato Scientifico: Gioacchino Barbera, Tiziana Casagrande, Claudia Casali, Maria Teresa Filieri, Matteo Fochessati, Gianni Franzone, Maria Flora Giubilei, Oliva Rucellai, Carlo Sisi, Nico Stringa, Valerio Terraroli, Alessandra Tiddia. Con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Nel panorama di una serie di mostre dedicate all’arte del Novecento italiano e del periodo compreso tra le due guerre, inaugurate tra il 2012 e il 2013, quella che si è tenuta  alla Fondazione Ragghianti ha puntato i riflettori, con tagli interpretativi originali, sulle connessioni, i confronti, le analogie tematiche, espressive, stilistiche, tra le arti decorative italiane prodotte tra il 1920 e il 1950 ed esempi emblematici di contemporanee espressioni dell’arte figurativa, con l’obiettivo di evidenziarne l’elevatissima qualità inventiva e formale e, allo stesso tempo, la sostanziale identità di gusto che delinea, in un comune sentire con le arti figurative, la specificità del gusto italiano di quei decenni riconosciuto a livello internazionale, e che ha rappresentato il terreno di coltura per la nascita dell’Italian Design.

Il tema è appunto la forza della modernità, intesa come spinta inarrestabile di ricerca e di innovazione, talvolta infarcita di nostalgie e ripensamenti del patrimonio classico, ma in un’ottica di trasformazione moderna dell’arte italiana, talaltra pronta ad abbracciare scelte più radicali, dalle ironiche e potenti sperimentazioni futuriste, alle scelte geometrico/monumentali di matrice novecentista fino all’esaltazione della materia e di una sorta di proto informale.

La mostra intende offrire al pubblico le diversità di approccio alla questione delle arti decorative, ossia evidenziare le diverse opzioni stilistiche che convivono in quegli anni rispetto al problema dell’oggetto, al suo valore formale e al suo valore d’uso. In altre parole, si vuole rendere comprensibile non solo la varietà di opzioni presenti sul campo operativo (dal déco al secondo futurismo, dall’astrazione al gusto piccolo borghese), ma anche i legami con la tradizione del tardo Modernismo italiano e, soprattutto, le congruenti connessioni con gli sviluppi dell’arte figurativa contemporanea, scegliendo in modo mirato esempi di arte figurativa, pittura e scultura, che permettano interessanti confronti tematici, stilistici e compositivi con le arti decorative.

La mostra mira inoltre a rendere evidente il ruolo fondamentale delle quattro mostre internazionali di arti decorative tenutesi nella villa Reale di Monza nel 1923, 1925, 1927 e 1930, i rapporti con le esposizioni internazionali (in particolare Parigi 1925 e 1937), i preparativi per l’E42 a Roma e la presenza di sezioni di arti decorative nelle esposizioni d’arte (Biennali veneziane ecc.), ma anche delle riviste specializzate contemporanee, come ad esempio “Domus”, “Poligono”, “Casabella”, “Le arti decorative”.

Sezioni della mostra

La struttura portante è costituita da tre grandi sezioni: gli anni Venti, gli anni Trenta, gli anni Quaranta, con un piccola apertura ai primissimi anni Cinquanta all’interno delle quali sono inserite delle specifiche enclave a tema.

La mostra espone oltre 300 pezzi (tra oggetti, dipinti e sculture) disposti secondo un’articolazione tematica che suggerisce letture incrociate e sinergie tra le opere esposte. Il filo rosso, che si dipana in 13 sezioni, è costituito dal rapporto con la storia, ma anche dal suo rifiuto (come nel caso degli aeropittori e dei secondi futuristi): dall’archeologia e l’arte antica dallo stile rococò al rinascimento e al manierismo.

I. Il primo dopoguerra: gli anni Venti tra Déco e nostalgia dell’antico 
Sezione 1. Gli esordi del gusto déco 

Sezione 2. Sogno, eros, esotismo  

Sezione 3. Donna o Sirena? 

Sezione 4. Sogno, gioco, ironia   

Sezione 5. Il décor borghese e l’ispirazione all’antico 

Sezione 6. Wunderkammer: stanza delle meraviglie 

Sezione 7. Wunderkammer-Bestiario: la natura viva 

Sezione 8. La natura immobile 

II. Anni Trenta: dal Déco al Novecentismo
Sezione 9 Giovanni Gariboldi 
Sezione 10 Tra decorazione e scultura 

Sezione 11 Classicismo arcaico e volumi puri 

III. Dai tempi di guerra alle soglie degli anni Cinquanta 
Sezione 12 L’abbandono della forma  

Elenco artisti

Andloviz, Andreotti, Balsamo Stella, Bellotto, Benedetta, Biagini, Biancini, Bonazza, Buzzi, Cagli, Campi, Campigli, Casorati, Depero, De Pisis, De Poli, Djulgherof, Donghi, Fillia, Finzi, Fontana, Gariboldi, Gatti, Genazzi, Grande, Leoncillo, Maine, Marini, Martini, Martinuzzi, Melandri, Melotti, Messina, Morandi, Nonni, Rizzarda, Ponti, Ravasco, Saponaro, Scarpa, Selva, Severini, Sironi, Sturani, Tofanari, Tosalli, Tullio d’Albissola, Ulrich, Vedova, Viani, Wildt, Zecchin. 

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