Ciclio di incontri e proiezioni in occasione della mostra
venerdì 20 maggio ore 21 proiezione di
Introduzione alla visione a cura di Alessandro Romanini
In collaborazione con il Circolo del Cinema di Lucca
Sala conferenze Vincenzo da Massa Carrara, Complesso di San Micheletto
L’enfer, scritto e diretto nel 1964 da Henri-Georges Clouzot, rientra nella categoria dei film “maledetti” che costellano la storia del cinema: una produzione dal budget praticamente illimitato (tre diverse équipe con oltre centocinquanta tecnici impiegati, attori protagonisti del calibro di Romy Schneider e Serge Reggiani) tempestata da imprevisti e catastrofi, caldo record nella zona delle riprese, problemi cardiaci che colpirono il regista… Dopo tre settimane le riprese furono sospese e il film abbandonato. Ma il suo vero interesse va oltre l’oscura aura che ne circonda la produzione. Clouzot, che aveva dimostrato la sua attenzione per le manifestazioni espressive originali con il Mystère Picasso nel 1956, e che tornerà in seguito a soffermarvisi con il film La Prigioniera del 1968, aveva dispiegato per L’enfer un articolato complesso di soluzioni tecniche e stilistiche, influenzate dalle contemporanee ricerche artistiche e dalle opere legate ai movimenti cinetici e Optical.
Nel 2009 Serge Bromberg e Ruxandra Medrea decidono di realizzare una docu-fiction sulla tormentata produzione di Clouzot a seguito del ritrovamento di 185 rulli, per oltre quindici ore di girato. Premiata nel 2010 con il César per il miglior documentario, fra ricostruzioni di dialoghi e scene (grazie al contributo di attori come Berenice Bejo e Jacques Gomblin), materiale d’archivio e una serie di interviste, la docu-fiction permette di ricostruire il ricco apparato tecnico e visuale progettato da Clouzot. Illuminanti sono le interviste agli operatori di ripresa e agli assistenti (William Lubtschansky, Andreas Winding e Armand Thirard). Come confermano gli operatori, il regista, per ricreare le dinamiche percettive messe in atto dalle opere cinetiche e Optical, fece progettare e realizzare un complesso di strumentazioni da impiegare in fase di ripresa. Tra queste, un set di luci rotanti colorate montate sotto l’obiettivo della macchina da presa, rivolte verso i volti degli attori e la scena, per segnalare allo spettatore, attraverso un articolato processo luministico e cromatico, le variazioni emozionali dei personaggi: transizioni emozionali che marcavano i momenti topici della narrazione. Clouzot, memore anche delle esperienze delle avanguardie storiche in ambito cinematografico e degli esperimenti sinergici fra musica e arti visive, strutturò un vero e proprio linguaggio sinestetico. Gli effetti luministici e cromatici erano regolati in intensità e composizione dei colori e soprattutto nella sincronizzazione nel processo di rotazione.
Per approfondire: Il Circolo del Cinema di Lucca è nato nel 1948 e da allora ha svolto un’ininterrotta attività di promozione e divulgazione del linguaggio filmico. Insieme a quello di Verona, è il più antico Circolo del Cinema d’Italia.
Alessandro Romanini è docente di Teoria della percezione e Psicologia della forma all’Accademia di Belle Arti di Carrara e direttore del Centro di formazione post-universitaria Fondazione Centro Arti Visive a Pietrasanta; cura mostre e rassegne audiovisive d’arte contemporanea.
Prossimo incontro:
- venerdì 27 maggio, ore 21: proiezione di The Responsive Eye di Brian De Palma (1965). In collaborazione con il Circolo del Cinema di Lucca, introduzione alla visione a cura di Alessandro Romanini