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La mostra coinvolge un consistente nucleo di artisti contemporanei accomunati dall’esplorazione del concetto di limite e confine, non soltanto nelle sue declinazioni geografiche, ma anche culturali, antropologiche, filosofiche, espressive, linguistiche e socio-politiche. Il tema, salito da tempo agli onori della cronaca nei suoi risvolti geografico-migratori, raccoglie artisti storici (Lucio Fontana, Piero Manzoni, Alighiero Boetti, Enrico Castellani, Gino De Dominicis, Giuseppe Uncini, Igor Mitoraj) e protagonisti internazionali della contemporaneità (William Kentridge, Marc Quinn, Giulio Paolini, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Roberto Barni, Marina Abramović, Vittorio Corsini, Peter Greenaway, Joseph Kosuth, Santiago Sierra), fino all’ultima generazione creativa italiana e straniera, con artisti giovani ma già affermati (Michelangelo Consani, Leone Contini, Wael Shawky, Enrique Ramirez, Guido Van der Werve).

Il “passo sospeso” cui si riferisce il titolo è l’atto di colui che sta per attraversare una linea di confine (materiale o immateriale) che separa un territorio noto da uno sconosciuto, con tutti i timori e i pericoli che comporta, ma anche le aspettative e le progettualità. Il breve lasso di tempo all’insegna dell’esitazione, in cui un piede è ancorato al terreno conosciuto e l’altro è sospeso oltre il confine che separa l’individuo dall’ignoto.

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