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AMERICAN NOTATIONS Quando la partitura diventa arte

Concerto-dialogo multimediale nell’ambito del ciclo Incontri 2014 

21 novembre 2014
ore 21,00

Villa Bottini – Via Elisa (Lucca)

Programma:

Antonio Ballista pianoforte 
Paolo Bolpagni relatore 
Francesco Leprino interventi video

Organizzazione e coordinamento 
Claudio Pestalozza

Programma musicale

JOHN CAGE (1912-1992). Estratti da Sonatas and Interludes for prepared piano (1948); HENRY COWELL (1897-1965). Tiger (1930), The Banshee (1925);  MORTON FELDMAN (1926-1987). Intermission 6 (1953); EARLE BROWN (1926-2002). Four Systems (1954); JOHN CAGE. Pagine da Concert for piano and orchestra (Solo for piano) (1957-58); CATHY BERBERIAN (1925-1983) Morsicathy (1969); GEORGE CRUMB (1929). Da Makrokosmos I e II (1972-73), Morning Music (Genesis II), Twin Suns (Doppelgänger aus der Ewigkeit), Ghost-Nocturne: for the Druids of Stonehenge (Night-Spell II), Proteus A prophecy of Nostradamus, Tora! Tora! Tora! (Cadenza apocalittica); JOHN CAGE. 37’’ (1952)

Con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

“American Notations” è una conferenza-concerto multimediale e interdisciplinare che indaga, secondo una prospettiva originale e nuova, il tema delle ibridazioni e degli scambi tra ambiti espressivi diversi, con specifico riferimento al carattere visuale e “iconico” assunto dalle partiture musicali delle neoavanguardie statunitensi degli anni Cinquanta-Sessanta del XX secolo: partiture che, oltre a veicolare un contenuto sonoro, assumevano spesso la connotazione di oggetti artistici a sé stanti, alla stregua di opere grafico-pittoriche.

Una serata, dunque, che è un’occasione per riflettere sulle relazioni tra musica e arti visive intercorse negli Stati Uniti della metà del Novecento: un periodo in cui lo sviluppo della pittura andava di pari passo con quello delle avanguardie musicali, spesso sulla base di relazioni di amicizia e collaborazione tra artisti e compositori.

Sono anni in cui si assiste all’evoluzione della scrittura musicale anche del punto di vista grafico. La notazione evolve profondamente, rivestendosi di una forte componente creativa in senso visuale: note e pentagrammi vengono via via sostituiti da disegni, grafici, colori, elementi pittorici. La partitura musicale, quindi, assume una propria autonoma valenza estetica, fino a diventare un autentico oggetto artistico. Interessante, per esempio, è il parallelismo tra i dipinti della Scuola di New York e certi spartiti, che assomigliano quasi a opere informali.

Le tipologie di nuove notazioni, del resto, sono molteplici, e vanno dalle “strutture mobili” (frammenti di note e pentagrammi variamente disposti sul foglio) ai diversi “grafici” e diagrammi propri della musica aleatoria, dalle “scritture d’azione” di matrice performativa ai sistemi che includono elementi cifrati, ideografici e pittografici. Nello sviluppo del fenomeno ebbe un ruolo importante e pionieristico lo statunitense John Cage, che non a caso è uno dei protagonisti di “American notations”.

La serata, ideata da Claudio Pestalozza e presentata dallo storico dell’arte Paolo Bolpagni, vede la partecipazione del famoso pianista Antonio Ballista, che interpreta brani di John Cage, Morton Feldman, Henry Cowell, Earle Brown, George Crumb e Cathy Berberian. Durante l’esecuzione musicale scorrono in proiezione, a cura del regista e musicologoFrancesco Leprino, le immagini delle relative partiture, per permettere al pubblico di seguire la corrispondenza tra suoni, segni e strutture visive.

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