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Adolfo Natalini Architettore

23 novembre 2002 – 26 gennaio 2003

Direzione della mostra e catalogo Vittorio Fagone

Progetto espositivo Adolfo Natalini

Con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

Con il termine architettore – omologo a pittore, scultore e disegnatore, di nobile tradizione nella lingua italiana, usato da Marsilio Ficino e Leon Battista Alberti – Adolfo Natalini ha voluto definire la somma di oltre trent’anni della propria attività rappresentata nell’ampia esposizione organizzata dalla Fondazione Ragghianti. La mostra, che comprende disegni di architettura, modelli, acquerelli e oggetti di design di Adolfo Natalini, presenta un percorso cronologico della sua attività, dall’esordio pittorico, passando dall’esperienza con Superstudio, fino ai suoi ultimi lavori con Natalini Architetti.

Adolfo Natalini è nato a Pistoia nel 1941 e dopo una prima esperienza pittorica (mai dimenticata e sempre presente nel suo approccio al disegno) nel 1966 si laurea in Architettura a Firenze. Nello stesso anno fonda il Superstudio, insieme a Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris, considerato uno degli iniziatori della cosiddetta “Architettura Radicale”, tra le avanguardie più significative degli anni ’60 e ’70. Questa esperienza è durata fino al 1986 e in questo ventennio Superstudio ha svolto un’intensa attività di ricerca su oggetti, ambienti, l’architettura attraverso il progetto e la costruzione.

I progetti e gli scritti del Superstudio sono apparsi in numerose pubblicazioni e mostre in tutto il mondo. Tra le mostre ricordiamo: Italy the new domestic landscape (Museum of Modern Art, New York, 1972), molte partecipazioni alle Biennali di Venezia e alle Triennali di Milano e la grande mostra antologica Superstudio 1966-1982, tenutasi a Firenze nel 1982. Tra le pubblicazioni menzioniamo: Superstudio 1966-1972 – Storie Figure Architettura (Electa, 1982) e Superstudio & Radicals (Japan Interior Inc., 1982).

Dal 1979 Natalini ha iniziato l’attività autonoma elaborando una serie di progetti per città storiche in Italia, Germania e Olanda, andando alla ricerca dei segni che il tempo lascia sugli oggetti e sui luoghi. Tra le sue opere più rilevanti ci sono i progetti per il Romerberg a Francoforte e per il Muro del Pianto a Gerusalemme, la banca di Alzate Brianza, il Centro Elettrocontabile di Zola Predosa, la casa in Saalgasse a Francoforte, il Teatro della Compagnia a Firenze.

È professore ordinario presso la Facoltà di Architettura di Firenze, membro onorario del BDA (Bund Deutscher Architekten), membro dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e dell’Accademia di San Luca di Roma.

Oltre all’attività di docente a Firenze, ha tenuto innumerevoli conferenze e seminari in giro per il mondo e considera l’attività didattica come un’arte: ha avuto moltissimi allievi di cui i migliori sono diventati designers e solo pochi architetti. Ha sempre disegnato moltissimo.

Tra le pubblicazioni a lui dedicate vogliamo ricordare: Figure di pietra (Electa, 1984), Adolfo Natalini -Architetture raccontate (Electa,1989), Il Teatro della Compagnia (Anfione Zeto,1989).

Nel 1991 inizia l’attività di Natalini Architetti con Fabrizio Natalini (omonimo ma non parente) nello studio al Salviatino a Firenze. Molte le loro opere significative: la ricostruzione della Waagstraat a Groningen, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze, la Dorotheenhof sulla Manetstrasse a Lipsia, la Muzenplein a l’Aja, il Centro Commerciale di Campi Bisenzio, il Polo Universitario a Novoli, Firenze, Boscotondo a Helmond, il Polo Universitario a Porta Tufi, Siena, Het Eiland a Zwolle, Haverlej a Den Bosch. Tra le pubblicazioni: Appunti costruttivi – la palestra di Gorle (Il Ferrone, 1992), Il Museo dell’Opificio a Firenze (Sillabe, 1995), Natalini Architetti – Nuove architetture raccontate (Electa, 1996), De Waagstraat (Groningen, 1996), Temporanea Occupazione (Alinea, 2000), Un edificio senese (Gli Ori, 2002).

L’esposizione è curata da Vittorio Fagone, direttore della Fondazione Ragghianti, autore anche del saggio introduttivo al catalogo che raccoglie, oltre alla documentazione illustrata relativa alle opere presentate in mostra, testi dello stesso Natalini e un saggio di Vittorio Santoianni. Nella stessa occasione è stato presentato al pubblico anche il volume Adolfo Natalini – Disegni 1976-2001, pubblicato dall’editore Federico Motta di Milano.

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